La Compagnia nei secoli
La Compagnia dei Custodi delle Sante Croci è un ordine cavalleresco fondato nel 1520 con lo scopo di amministrare e salvaguardare il Tesoro delle Sante Croci, un gruppo di beni di alto interesse storico, artistico e religioso custodito nel Duomo Vecchio di Brescia nella cappella delle Sante Croci, nel transetto nord.
Il Tesoro è menzionato per la prima volta in una disposizione, non datata, risalente al 1251 (o 1260 secondo alcuni studiosi) in cui si delibera che il podestà prenda accordi con il Capitano della città e gli Anziani del Comune e del popolo per la turatela delle Sante Croci. La devozione e l’ammirazione di un tempo sono documentate dalle ricorrenti Provvigioni del Comune di Brescia, che dichiaravano il Tesoro “Gloria immortale, splendore eterno, presidio, speranza e aiuto della città in ogni pericolo”.
Il 3 marzo 1520, all'ordine del giorno di una riunione del consiglio comunale di Brescia, si trova una richiesta avanzata da Mattia Ugoni, vescovo di Famagosta e suffraganeo del vescovo di Brescia Paolo Zane, nella quale il prelato chiede che venga accordata una sovvenzione di cento lire a vantaggio di una confraternita descritta come recentemente costituita "in onore" del Tesoro delle Sante Croci del duomo vecchio. Vengono inoltre richiesti la commissione di uno stendardo processionale e urgenti interventi murari nella cappella delle Sante Croci, completata un ventennio prima.
Si tratta del più antico documento storico che testimoni l'esistenza di una compagnia laica con l'obiettivo di custodire il Tesoro, nata evidentemente poco prima del 1520. Il consiglio comunale accetta la proposta di finanziamento e commissiona al Moretto l'esecuzione dello stendardo delle Sante Croci, Vessillo che da allora accompagna il Sacro Tesoro. La tradizione vuole che già in passato fosse stata fiorente, almeno per un certo periodo di tempo, una simile istituzione, nata subito dopo il tentativo di furto delle Croci, perpetrato sul finire del secolo undecimo.
Le Origini
Le Origini
La Compagnia dei Custodi delle Sante Croci è un ordine cavalleresco fondato nel 1520 con lo scopo di amministrare e salvaguardare il Tesoro delle Sante Croci, un gruppo di beni di alto interesse storico, artistico e religioso custodito nel Duomo Vecchio di Brescia nella cappella delle Sante Croci, nel transetto nord.
Il Tesoro è menzionato per la prima volta in una disposizione, non datata, risalente al 1251 (o 1260 secondo alcuni studiosi) in cui si delibera che il podestà prenda accordi con il Capitano della città e gli Anziani del Comune e del popolo per la turatela delle Sante Croci. La devozione e l’ammirazione di un tempo sono documentate dalle ricorrenti Provvigioni del Comune di Brescia, che dichiaravano il Tesoro “Gloria immortale, splendore eterno, presidio, speranza e aiuto della città in ogni pericolo”.
Il 3 marzo 1520, all'ordine del giorno di una riunione del consiglio comunale di Brescia, si trova una richiesta avanzata da Mattia Ugoni, vescovo di Famagosta e suffraganeo del vescovo di Brescia Paolo Zane, nella quale il prelato chiede che venga accordata una sovvenzione di cento lire a vantaggio di una confraternita descritta come recentemente costituita "in onore" del Tesoro delle Sante Croci del duomo vecchio. Vengono inoltre richiesti la commissione di uno stendardo processionale e urgenti interventi murari nella cappella delle Sante Croci, completata un ventennio prima.
Si tratta del più antico documento storico che testimoni l'esistenza di una compagnia laica con l'obiettivo di custodire il Tesoro, nata evidentemente poco prima del 1520. Il consiglio comunale accetta la proposta di finanziamento e commissiona al Moretto l'esecuzione dello stendardo delle Sante Croci, Vessillo che da allora accompagna il Sacro Tesoro. La tradizione vuole che già in passato fosse stata fiorente, almeno per un certo periodo di tempo, una simile istituzione, nata subito dopo il tentativo di furto delle Croci, perpetrato sul finire del secolo undecimo.
La Storia
Narra lo storico Ottavio Rossi nel 1616: «Temendo perciò i Bresciani che altri tentassero la medesima robberia […] determinarono di raccomandar ambedue le Croci, che già erano state trasportate dalla Chiesa di San Faustino a quella del Domo, à cento Cavallieri, dando loro titolo di Cavallieri delle Croci, et honorandoli con diversi Privilegij. Si crearono questi Cavallieri dell’Ordine della Nobiltà, […] né veniva loro conferta questa dignità se non erano di riverita considerazione. Cingevasi loro dal nostro Vescovo, presenti i Consoli della Città, in mano de’ quali giuravano di diffendere et le Croci, et la publica libertà, una spada; l’habito loro solenne era, sopra una corazza d’argento inquartata con l’arme della Città, un Rubbone di brocato d’oro, et nel frontispicio dell’elmo, una crocetta d’oro, simile in tutto alla Nostra pretiosa. Precedevano tutti gli altri ordini de’ Cittadini, et al loro Capo si commetteva il Generalato del Carroccio». In un’opera a stampa, lo stesso autore fornisce il disegno dell’uniforme dei Cavalieri, e quello di una medaglia distintiva, informando: «L’habito di questi era altre volte ritratto dietro al carro delle Reliquie col paggio, e col torcio, nella Chiesa sotterranea di S. Faustino, quella Chiesa, che con molta perdita di memorie illustri fu gettata a terra; con disgusto anco de’ Monaci, da un loro Abate forastiero. Vestivano una corazza d’argento, inquartata di griffoni, di sfingi, di lioni e di fiamme dorate. Portavan la collana, e nel frontispicio dell’elmo, l’immagine della Croce, dimostrando con le loro giubbe d’oro l’antica dignità Bresciana».
Con un decreto del 30 giugno 1569 il Vescovo Domenico Bollani ordina ai curati e rettori delle Chiese della diocesi di Brescia di raccomandare ai fedeli, al tempo dei raccolti, di essere generosi nelle elemosine “perché la Scuola delle Sante Croci possa mantenere le sue buone iniziative”. Le offerte in natura venivano convertite in denaro e consegnate al Massaro della Compagnia, detta anche Schola, il quale provvedeva alla ripartizione secondo le seguenti voci di bilancio: ornamento dell’altare delle Sante Croci, acquisto della cera per le sante messe, candele per processioni per implorare la pioggia o la serenità secondo le esigenze della campagna, olio per lampade, stipendi dati al saggista, al custode della Cappella del Tesoro, all’organista ed al campanaro. Una delle voci più interessanti era il sussidio elargito annualmente a dieci donzelle da maritare, che costituiva una piccola dote per quelle povere che venivano scelte in Duomo il giorno di Pasqua o il lunedì dell’Angelo. Nei documenti più antichi sono notati anche sussidi dati a persone inferme, a religiosi mendicanti, alle suore cui era stata vietata la questua, offerte di denaro per una sepoltura o per poter liberare un povero di prigione La Compagnia partecipò anche ad un grande avvenimento storico, partecipando con alcuni valorosi uomini alla difesa di Malta dall’attacco dei turchi, conclusasi con la vittoria di Lepanto del 7 ottobre 1571. In tale occasione, dopo aver benedetto cinque bandiere, si fece una solenne processione alla chiesa dei Santi Faustino e Giovita con la Santa Croce di Oro e Fiamma per ottenere quella protezione che non tardò a venire.
I documenti riportano che l’11 agosto 1565 fu cantata una messa all’altare dell’Orifiamma del Duomo di Brescia «contra infideles obsidentes Maltam»; la preghiera fu esaudita e cinque anni dopo il nostro vescovo, invitato dai Confratelli delle Sante Croci, celebrava una messa solenne nella cappella di San Pietro, comunicando i Rettori ed i Deputati della città insieme ai Capitani inviati dalla Città di Brescia nella guerra contro i Turchi
Nel 1650 fu redatto il primo statuto dell’ordine dei cavalieri delle Sante Croci. Nel corso dei secoli, oltre all’esposizione annuale in Cattedrale accompagnata da particolare liturgia col concorso di clero del Duomo, membri della Compagnia e fedeli, il culto si manifestava in processioni ordinarie e straordinarie, queste ultime indette per emergenze che, di volta in volta, avevano un impatto particolare sulla comunità bresciana.
Nel corso dei secoli, la compagnia ha svolto e supportato tutte le operazioni di gestione, salvaguardia, amministrazione e difesa del tesoro, mantenendo la sua integrità e occupandosi della sua manutenzione, così come della cappella delle Sante Croci nella quale era ed è ancora custodito.
Con un decreto del 30 giugno 1569 il Vescovo Domenico Bollani ordina ai curati e rettori delle Chiese della diocesi di Brescia di raccomandare ai fedeli, al tempo dei raccolti, di essere generosi nelle elemosine “perché la Scuola delle Sante Croci possa mantenere le sue buone iniziative”. Le offerte in natura venivano convertite in denaro e consegnate al Massaro della Compagnia, detta anche Schola, il quale provvedeva alla ripartizione secondo le seguenti voci di bilancio: ornamento dell’altare delle Sante Croci, acquisto della cera per le sante messe, candele per processioni per implorare la pioggia o la serenità secondo le esigenze della campagna, olio per lampade, stipendi dati al saggista, al custode della Cappella del Tesoro, all’organista ed al campanaro. Una delle voci più interessanti era il sussidio elargito annualmente a dieci donzelle da maritare, che costituiva una piccola dote per quelle povere che venivano scelte in Duomo il giorno di Pasqua o il lunedì dell’Angelo. Nei documenti più antichi sono notati anche sussidi dati a persone inferme, a religiosi mendicanti, alle suore cui era stata vietata la questua, offerte di denaro per una sepoltura o per poter liberare un povero di prigione La Compagnia partecipò anche ad un grande avvenimento storico, partecipando con alcuni valorosi uomini alla difesa di Malta dall’attacco dei turchi, conclusasi con la vittoria di Lepanto del 7 ottobre 1571. In tale occasione, dopo aver benedetto cinque bandiere, si fece una solenne processione alla chiesa dei Santi Faustino e Giovita con la Santa Croce di Oro e Fiamma per ottenere quella protezione che non tardò a venire.
I documenti riportano che l’11 agosto 1565 fu cantata una messa all’altare dell’Orifiamma del Duomo di Brescia «contra infideles obsidentes Maltam»; la preghiera fu esaudita e cinque anni dopo il nostro vescovo, invitato dai Confratelli delle Sante Croci, celebrava una messa solenne nella cappella di San Pietro, comunicando i Rettori ed i Deputati della città insieme ai Capitani inviati dalla Città di Brescia nella guerra contro i Turchi
Nel 1650 fu redatto il primo statuto dell’ordine dei cavalieri delle Sante Croci. Nel corso dei secoli, oltre all’esposizione annuale in Cattedrale accompagnata da particolare liturgia col concorso di clero del Duomo, membri della Compagnia e fedeli, il culto si manifestava in processioni ordinarie e straordinarie, queste ultime indette per emergenze che, di volta in volta, avevano un impatto particolare sulla comunità bresciana.
Nel corso dei secoli, la compagnia ha svolto e supportato tutte le operazioni di gestione, salvaguardia, amministrazione e difesa del tesoro, mantenendo la sua integrità e occupandosi della sua manutenzione, così come della cappella delle Sante Croci nella quale era ed è ancora custodito.
Oggi
Oggi, la Compagnia, Associazione di Fedeli retta da uno statuto approvato dall’Ordinario Diocesano è composta da Confratelli nominati a vita in numero non superiore a 300. Le proposte di eventuali nuovi nominativi devono essere presentate da almeno tre Confratelli.
La Compagnia si propone come scopi:
• la custodia delle reliquie delle Sante Croci
• la diffusione del culto delle stesse, con funzioni ordinarie e straordinarie
• opere di misericordia verso i fratelli bisognosi
Sono funzioni ordinarie della Compagnia:
• La sacra commemorazione di ogni venerdì di Quaresima
• La festa dell’Esaltazione della Santa Croce (14 settembre)
• La festa dell’Invenzione della Croce (3 maggio)
Ruolo attivo di particolare rilievo è la presenza di molti membri della compagnia durante le due esposizioni ordinarie annuali del tesoro, che si tengono in duomo nuovo il penultimo venerdì di Quaresima e il 14 settembre, festa dell'Esaltazione della Santa Croce. In secondo luogo, la compagnia promuove e finanzia pubblicazioni sul tema e partecipa, in genere, ai principali eventi religiosi della città.
La Compagnia si propone come scopi:
• la custodia delle reliquie delle Sante Croci
• la diffusione del culto delle stesse, con funzioni ordinarie e straordinarie
• opere di misericordia verso i fratelli bisognosi
Sono funzioni ordinarie della Compagnia:
• La sacra commemorazione di ogni venerdì di Quaresima
• La festa dell’Esaltazione della Santa Croce (14 settembre)
• La festa dell’Invenzione della Croce (3 maggio)
Ruolo attivo di particolare rilievo è la presenza di molti membri della compagnia durante le due esposizioni ordinarie annuali del tesoro, che si tengono in duomo nuovo il penultimo venerdì di Quaresima e il 14 settembre, festa dell'Esaltazione della Santa Croce. In secondo luogo, la compagnia promuove e finanzia pubblicazioni sul tema e partecipa, in genere, ai principali eventi religiosi della città.
La Storia
Narra lo storico Ottavio Rossi nel 1616: «Temendo perciò i Bresciani che altri tentassero la medesima robberia […] determinarono di raccomandar ambedue le Croci, che già erano state trasportate dalla Chiesa di San Faustino a quella del Domo, à cento Cavallieri, dando loro titolo di Cavallieri delle Croci, et honorandoli con diversi Privilegij. Si crearono questi Cavallieri dell’Ordine della Nobiltà, […] né veniva loro conferta questa dignità se non erano di riverita considerazione. Cingevasi loro dal nostro Vescovo, presenti i Consoli della Città, in mano de’ quali giuravano di diffendere et le Croci, et la publica libertà, una spada; l’habito loro solenne era, sopra una corazza d’argento inquartata con l’arme della Città, un Rubbone di brocato d’oro, et nel frontispicio dell’elmo, una crocetta d’oro, simile in tutto alla Nostra pretiosa. Precedevano tutti gli altri ordini de’ Cittadini, et al loro Capo si commetteva il Generalato del Carroccio». In un’opera a stampa, lo stesso autore fornisce il disegno dell’uniforme dei Cavalieri, e quello di una medaglia distintiva, informando: «L’habito di questi era altre volte ritratto dietro al carro delle Reliquie col paggio, e col torcio, nella Chiesa sotterranea di S. Faustino, quella Chiesa, che con molta perdita di memorie illustri fu gettata a terra; con disgusto anco de’ Monaci, da un loro Abate forastiero. Vestivano una corazza d’argento, inquartata di griffoni, di sfingi, di lioni e di fiamme dorate. Portavan la collana, e nel frontispicio dell’elmo, l’immagine della Croce, dimostrando con le loro giubbe d’oro l’antica dignità Bresciana».
Con un decreto del 30 giugno 1569 il Vescovo Domenico Bollani ordina ai curati e rettori delle Chiese della diocesi di Brescia di raccomandare ai fedeli, al tempo dei raccolti, di essere generosi nelle elemosine “perché la Scuola delle Sante Croci possa mantenere le sue buone iniziative”. Le offerte in natura venivano convertite in denaro e consegnate al Massaro della Compagnia, detta anche Schola, il quale provvedeva alla ripartizione secondo le seguenti voci di bilancio: ornamento dell’altare delle Sante Croci, acquisto della cera per le sante messe, candele per processioni per implorare la pioggia o la serenità secondo le esigenze della campagna, olio per lampade, stipendi dati al saggista, al custode della Cappella del Tesoro, all’organista ed al campanaro. Una delle voci più interessanti era il sussidio elargito annualmente a dieci donzelle da maritare, che costituiva una piccola dote per quelle povere che venivano scelte in Duomo il giorno di Pasqua o il lunedì dell’Angelo. Nei documenti più antichi sono notati anche sussidi dati a persone inferme, a religiosi mendicanti, alle suore cui era stata vietata la questua, offerte di denaro per una sepoltura o per poter liberare un povero di prigione La Compagnia partecipò anche ad un grande avvenimento storico, partecipando con alcuni valorosi uomini alla difesa di Malta dall’attacco dei turchi, conclusasi con la vittoria di Lepanto del 7 ottobre 1571. In tale occasione, dopo aver benedetto cinque bandiere, si fece una solenne processione alla chiesa dei Santi Faustino e Giovita con la Santa Croce di Oro e Fiamma per ottenere quella protezione che non tardò a venire.
Con un decreto del 30 giugno 1569 il Vescovo Domenico Bollani ordina ai curati e rettori delle Chiese della diocesi di Brescia di raccomandare ai fedeli, al tempo dei raccolti, di essere generosi nelle elemosine “perché la Scuola delle Sante Croci possa mantenere le sue buone iniziative”. Le offerte in natura venivano convertite in denaro e consegnate al Massaro della Compagnia, detta anche Schola, il quale provvedeva alla ripartizione secondo le seguenti voci di bilancio: ornamento dell’altare delle Sante Croci, acquisto della cera per le sante messe, candele per processioni per implorare la pioggia o la serenità secondo le esigenze della campagna, olio per lampade, stipendi dati al saggista, al custode della Cappella del Tesoro, all’organista ed al campanaro. Una delle voci più interessanti era il sussidio elargito annualmente a dieci donzelle da maritare, che costituiva una piccola dote per quelle povere che venivano scelte in Duomo il giorno di Pasqua o il lunedì dell’Angelo. Nei documenti più antichi sono notati anche sussidi dati a persone inferme, a religiosi mendicanti, alle suore cui era stata vietata la questua, offerte di denaro per una sepoltura o per poter liberare un povero di prigione La Compagnia partecipò anche ad un grande avvenimento storico, partecipando con alcuni valorosi uomini alla difesa di Malta dall’attacco dei turchi, conclusasi con la vittoria di Lepanto del 7 ottobre 1571. In tale occasione, dopo aver benedetto cinque bandiere, si fece una solenne processione alla chiesa dei Santi Faustino e Giovita con la Santa Croce di Oro e Fiamma per ottenere quella protezione che non tardò a venire.
I documenti riportano che l’11 agosto 1565 fu cantata una messa all’altare dell’Orifiamma del Duomo di Brescia «contra infideles obsidentes Maltam»; la preghiera fu esaudita e cinque anni dopo il nostro vescovo, invitato dai Confratelli delle Sante Croci, celebrava una messa solenne nella cappella di San Pietro, comunicando i Rettori ed i Deputati della città insieme ai Capitani inviati dalla Città di Brescia nella guerra contro i Turchi.
Nel 1650 fu redatto il primo statuto dell’ordine dei cavalieri delle Sante Croci.
Nel corso dei secoli, oltre all’esposizione annuale in Cattedrale accompagnata da particolare liturgia col concorso di clero del Duomo, membri della Compagnia e fedeli, il culto si manifestava in processioni ordinarie e straordinarie, queste ultime indette per emergenze che, di volta in volta, avevano un impatto particolare sulla comunità bresciana.
Nel corso dei secoli, la compagnia ha svolto e supportato tutte le operazioni di gestione, salvaguardia, amministrazione e difesa del tesoro, mantenendo la sua integrità e occupandosi della sua manutenzione, così come della cappella delle Sante Croci nella quale era ed è ancora custodito.
Nel corso dei secoli, la compagnia ha svolto e supportato tutte le operazioni di gestione, salvaguardia, amministrazione e difesa del tesoro, mantenendo la sua integrità e occupandosi della sua manutenzione, così come della cappella delle Sante Croci nella quale era ed è ancora custodito.
Nei Secoli
Oggi
Oggi, la Compagnia, Associazione di Fedeli retta da uno statuto approvato dall’Ordinario Diocesano è composta da Confratelli nominati a vita in numero non superiore a 300. Le proposte di eventuali nuovi nominativi devono essere presentate da almeno tre Confratelli.
La Compagnia si propone come scopi:
• la custodia delle reliquie delle Sante Croci
• la diffusione del culto delle stesse, con funzioni ordinarie e straordinarie
• opere di misericordia verso i fratelli bisognosi
Sono funzioni ordinarie della Compagnia:
• La sacra commemorazione di ogni venerdì di Quaresima
• La festa dell’Esaltazione della Santa Croce (14 settembre)
• La festa dell’Invenzione della Croce (3 maggio)
Ruolo attivo di particolare rilievo è la presenza di molti membri della compagnia durante le due esposizioni ordinarie annuali del tesoro, che si tengono in duomo nuovo il penultimo venerdì di Quaresima e il 14 settembre, festa dell'Esaltazione della Santa Croce. In secondo luogo, la compagnia promuove e finanzia pubblicazioni sul tema e partecipa, in genere, ai principali eventi religiosi della città.
La Compagnia si propone come scopi:
• la custodia delle reliquie delle Sante Croci
• la diffusione del culto delle stesse, con funzioni ordinarie e straordinarie
• opere di misericordia verso i fratelli bisognosi
Sono funzioni ordinarie della Compagnia:
• La sacra commemorazione di ogni venerdì di Quaresima
• La festa dell’Esaltazione della Santa Croce (14 settembre)
• La festa dell’Invenzione della Croce (3 maggio)
Ruolo attivo di particolare rilievo è la presenza di molti membri della compagnia durante le due esposizioni ordinarie annuali del tesoro, che si tengono in duomo nuovo il penultimo venerdì di Quaresima e il 14 settembre, festa dell'Esaltazione della Santa Croce. In secondo luogo, la compagnia promuove e finanzia pubblicazioni sul tema e partecipa, in genere, ai principali eventi religiosi della città.
Consiglio di Presidenza della Compagnia:
- Presidente: Filippo Picchio Lechi
- Vice presidenti: Fausto Montini, Graziano Ferriani
- Massaro: Roberto Ruggeri
- Cancelliere: Arturo Bettoni
- Cappellano: Mons. Ivo Panteghini